Venezia #2


Voglio condividere le emozioni che Niki, compagna di treno sia all’andata che al ritorno, ha provato nel ritornare a Venezia, emozioni che ho provato anche io ritornando in questa bellissima città.

Lo dicevo alla mia amica Daniela: a Venezia puoi venirci una volta al mese nell’arco di un anno e scoprire ogni volta una città diversa. E lo stesso fenomeno si ripete nel corso di una giornata: è come rimanere seduti di fronte a uno schermo cinematografico con un film sempre diverso a seconda dell’ora. Le cinque di mattina, un quadro impressionista; le sette puro oro bizantino; mezzogiorno, verde acqua e canicola; gli aranci e gli azzurri pomeridiani; le sfumature del tramonto sul bacino di San Marco; le luci che si rispecchiano sulla laguna appena cala la notte lungo la Riva degli Schiavoni e quelle che si riflettono nei rii e sotto i ponti di cui nessuno ricorda il nome.

E ancora

Uno dei piaceri offerti dalla città, dopo aver allenato l’occhio con qualche visita, è notare le differenze tra i vari sestieri. Sono differenze notevoli, un po’ come scoprire mondi diversi. Cannaregio è totalmente diversa da Castello e Santa Croce lo è da San Marco. Lo si nota specialmente guardando verso l’alto, l’architettura è diversa, diversa la forma delle calli. Lo faccio spesso di fermarmi e guardare all’insù, si notano particolari nuovi ogni volta (insieme a tanti occhi che ti seguono da dietro i gerani e al di là degli scuri). A Cannaregio c’è anche il Ghetto, che è un altro mondo a sé, con i suoi palazzi alti e le Sinagoghe nascoste. Uno dei luoghi che preferisco in assoluto a Venezia.

La cosa di stare con il naso all’insù glielo ho visto fare, ed è vero, quelli che sembrano stretti pertugi uno uguale all’altro nascondono in realtà delle differenze, e il coglierle è veramente bello.

Qui trovate il resoconto di Niki sul weekend.

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