Giorno: 1 Agosto 2011

  • Supereroi

    In quest’ultimo periodo cerco di contrastare l’insonnia con i miei comfort movies, cioè quei film che per un motivo qualsiasi mi rilassano, che ho visto millemila volte e che quindi se fortunatamente mi riesco a riaddormentare durante la visione non c’è problema. Cadono in questa categoria: qualche horror, French Kiss, e i film di supereroi e robottoni. Ultimamente i più gettonati sono i vari episodi della serie X-Men: dentro ci trovo l’azione, gli effetti speciali e lo stupore, ogni volta, di poter vedere nel piccolo schermo i personaggi che da piccolo potevo solo sfogliare su carta. E questo mi piace un casino. Non mi riesce facile ricordare quale supereroe volessi essere, da piccolo: forse uno dei Fantastici 4, oppure Superman, o forse nessuno in particolare, mi piaceva l’idea e basta. Allora, l’altra notte riflettevo su questa cosa, su quale supereroe vorrei essere oggi, e non so, a guardarli con gli occhi di un adulto ci vedo vite complicate, infanzie difficili, drammi personali, dolori, cose così. Credo che la sintesi perfetta del supereroe, vista con i miei occhi, stia nel dialogo tra Rogue e Wolverine, dove lei gli chiede “Quando vengono fuori, ti fa male?” e lui risponde “Tutte le volte”. Troppo fatica, rinuncio ai superpoteri, mi sa.

  • La vibrazione

    Lo spettacolo è già cominciato, e lui comincia a sentire la tensione crescere. Se lo aspettava, ma non così tanto, così tanto da non riuscire a tenere ferma la macchina fotografica. Gli occhi cominciano a inumidirsi e bruciare, i suoi e quelli di chi ha vicino, si vede benissimo. Il guardarsi attorno lo fa distrarre un attimo dal canto delle signore che sono sul palco, e si ritrova a guardare verso il fondo del cortile del circolo, prima verso il barettino, poi a sinistra verso l’entrata, poi di nuovo a destra, dove i posti che prima erano vuoti ora sono occupati. La cerca con lo sguardo, cerca il suo viso, o anche solo i suoi capelli, un qualche dettaglio che gli faccia capire che lei, nonostante tutto, è lì, è riuscita a venire giù. Ma nulla, lei non c’è. D’altra parte, probabilmente gli avrebbe detto qualcosa, nel caso. Probabilmente. E allora torna a girarsi verso il coro. A metà della rotazione della testa coglie una leggera vibrazione sulla coscia, prende fuori il telefono, guarda il display, e sorride. Sorride, perché si ricorda che lei, in fondo, è lì assieme lui. E allora, finalmente, si lascia andare alle emozioni che arrivano dal palco.

  • SBAM

    SBAM è il rumore che fa la sportellata emotiva quando ti arriva in faccia. Che tu possa aspettartela o meno, che sia positiva o negativa, questa quando arriva ti lascia il segno. Ieri sera ero a Carpi ad ascoltare la millemillesima lettura di Schegge di Liberazione, in una edizione speciale però, e cioè la presenza del Coro delle Mondine di Novi. Me l’aspettavo, che fosse una cosa tanta, ma non così tanta. Per la prima volta, non sono riuscito a fare foto, tanto mi tremavano le braccia. Davvero, eh, mica per scherzo. Ho dovuto metterla via, la macchina fotografica, ché tanto venivano tutte mosse. Le letture dei brani, nonostante li abbia oramai sentiti e risentiti, mi emozionano sempre; e in più, vedere e sentire cantare dal vivo quelle signore che avevo avuto modo solo di ascoltare nei vecchi dischi dei Ramblers. La somma delle due cose è stato lo SBAM di cui sopra. E insomma, è stata una cosa veramente bella. Alla fine ho atteso che i ragazzi scendessero dal palco, e li ho abbracciati forte uno per uno, un piccolo grazie per tutte le emozioni trasmesse. Bravi.