Giorno: 6 Marzo 2014

  • London calling

    E chi sono io, per non rispondere?

    A Londra c’ero stato in gita alle medie superiori, quindi grosso modo vent’anni fa – ometto il commento sul tempo che passa – e l’ho trovata sensibilmente cambiata, per quel che posso ricordare. Non che sia andato su con il pensiero di “Oh, mamma, guarda come è diversa!”, però ecco, qualcosa m’è saltato all’occhio.
    Ma andiamo con ordine.

    La preparazione.
    Considerata la mia scarsa – sigh – dimestichezza con voli aerei & co, mi sono affidato completamente al mio tour operator personale, Angelo. Scelta azzeccatissima, grazie mille e hat tip per l’organizzazione!
    Il volo A/R è stato con Ryanair, quindi l’unica preoccupazione era la gestione del bagaglio a mano. Ho viaggiato leggero: l’essenziale per l’igiene personale, qualche cambio di biancheria intima e t-shirt, un giubbotto pesante e poi basta, con il trolley praticamente mezzo vuoto, e pronto per ospitare gli eventuali – “Sai, in febbraio, ehm, andrei a Londra per un weekend con Angelo…” “Bene! Allora mi prendi questo, quello, e quell’altro ancora. Ah, poi magari anche, già che ci sei, …” – acquisti.
    Avendo però la borsa a tracolla con la macchina fotografica, temevo che quest’ultima potesse far storcere il naso agli addetti al check-in e fossi dunque costretto ad imbarcare l’eccesso nella stiva. E invece tutto liscio, trolley sopra la testa e tracolla in mezzo ai piedi.
    Ah, nota a margine, imbarco prioritario tutta la vita, ne vale la pena – soprattutto se poi il sistema informatico di Ryanair non ti addebita i costi.

    Il volo.
    Tutto tranquillo, pochi scossoni. Importantissimo: un paio di cuffiette per eliminare i fastidiosi spot pubblicitari Ryanair, il napalm per eliminare chi applaude a fine atterraggio.

    Il cimitero di Highgate.
    Il cimitero richiede un post a parte, tanto m’ha colpito.
    Nel frattempo, un paio di foto, e il link al set completo su Flickr.

    Verde - Cimitero di Highgate - Londra
    Verde

    Flooding - Cimitero di Highgate - Londra
    Flooding

    Carnaby Street.
    “Angelo, dove cazzo sono finiti i punk?”
    Segue una precisa spiegazione sulla evoluzione di Soho, da quartiere malfamato a zona alla moda, e la conseguente sparizione dei ragazzi con creste colorate e similari. Insomma son rimasto un po’ deluso, mi aspettavo i tipici negozi con le cose strane, e invece c’è un Uggs Store.

    Camden Market.
    Me lo immaginavo piuttosto turistico, ma devo ammettere di essere rimasto affascinato dall’atmosfera e dalla vivacità del posto. Una lunghissima sequenza di stili e odori e colori, mescolati tra loro fino a formare un caos armonico che fa bene agli occhi, non saprei in quale altro modo descriverlo.

    Vario ed eventuale.
    L’autobus a due piani, di sopra, proprio davanti al vetro. Il British Museum, mi pare ancora incredibile il poterci entrare gratis. I ragazzi italiani che fanno gli uomini sandwich per la moltitudine di tattoo studio presenti a Camden. Il merluzzo del fish’n’chips, buonissimo. Il fish’n’chips che non ha la licenza per gli alcoolici, quindi prima passi al market per prendere da bere, poi ti siedi al tavolo e i camerieri vengono a stapparti le bottiglie. La spiegazione sulle tipologie di pub, e quella birra scura bevuta al pub dopo cena. E mille altre cose che ora non mi vengono in mente, ma va bene così, mi piace quando mi sovviene un dettaglio e mi perdo a ripensarci.
    Qui, se ne hai voglia, c’è il set delle foto che ho scattato.

    Tu, Londra, chiama pure, io torno, eh.