Categoria: foto

  • Ondate

    Cazzo guardi?

    La ditta presso la quale lavoro si trova in una zona industriale come ce ne sono tante, appena fuori da Cesenatico, un piccolo reticolo di strade e cemento circondato dai campi. Proprio accanto al capannone c’è un fazzoletto incolto ancora privo di costruzioni. Ogni anno, circa in questo periodo, cominciano ad apparire gli insetti, a ondate. Probabilmente è una cosa normale, ma il vederli contrastati sul grigio del cemento fa risaltare molto la cosa delle ondate. Si comincia con dei coleotteri neri grossi e lenti, che sembrano passare il 90% della loro vita pancia all’aria, poi le prime vespe, che costruiscono piccoli nidi a rotta di collo. Poi un mare di ragnetti rossi, se ti fermi un attimo a guardare a terra vedi ne vedi brulichìo. Ecco, da ieri sono tornati fuori i ragni un po’ più grossi e pelosi, come quello in foto. Avanzano a scatti, e li vedi come se ci fosse una luce stroboscopica ad illuminarli. Di solito ne vedo tre, uno per segmento di ringhiera, fermi in attesa di una preda, e invece ieri ce n’era un quarto, sul muro esterno, proprio quello più su, che mi guardava quasi dicendo “Cazzo guardi?”. Ovviamente non sono stato a spiegargli lo stupore che crea ogni primavera la cosa delle ondate; ho provato però a spiegarlo ad un collega, arrivato al momento della foto, e niente, aveva la stessa espressione del ragno. Bah.

  • Nettuno, close view

    Nettuno, close view

    Questa statua del Nettuno si trova all’interno del Museo Civico Archeologico di Bologna, in cima alle scale che portano al primo piano. Vista la bellezza della statua, ho scattato una foto anche con lo smartphone, e l’ho messa subito online con il titolo “Quello originale”. Ora però mi sono venuti dei dubbi.
    Non so se:
    0] quello nel museo è realmente l’originale, e quello in piazza è una copia;
    1] quello nel museo è un modello di prova, e quello in piazza è l’originale;

    Internet non mi ha aiutato, purtroppo. Tu ne sai qualcosa?

  • Primavera

    Giallo

    Ti distrai un attimo, e dal buio dell’inverno escono luce e colore.

  • Il weekend a Madrid, in breve

    Stazione di Atocha

    La stazione di Atocha, bella da far paura.

    Alcuni treni della metropolitana non hanno interruzioni tra un vagone e l’altro, e quando la linea percorre dei tratti curvi si vedono i tubi metallici di sostegno muoversi in sequenza.

    Il Pacharán.

    Le ragazze spagnole sono piuttosto pettorute.

    Le infradito si rompono nei momenti meno opportuni.

    Qui il photoset, poche perché ero scarico.

  • Ritmo ipnotizzante

    Banjo or freakout - Locomitiv [BO]

    Il cantante lascia il microfono e lo strumento. Per un attimo sparisce in basso, nelle ombre create dalle luci forti sparate verso il telone bianco, poi si rialza, il busto libero dal peso della chitarra, le mani occupate da un paio di bacchette. Si ferma, guarda gli altri due, alle prese con un ritmo trascinante fatto di rullate impetuose e ritmiche distorte, poi si avvicina al tom-tom libero davanti alla batteria.
    E comincia.
    Batte su quel tom-tom come se dovesse vendicarsi di un torto enorme, batte con una cadenza molto veloce che sembra quasi superare quella creata dagli altri due, batte e segue il movimento delle braccia con tutto il busto come in preda alle convulsioni. Noi lo guardiamo, li guardiamo, siamo in piedi davanti al palco tra altri corpi che ondeggiano, con i bassi che ci massaggiano l’addome. Poi mi accorgo di avere smesso di guardarli, mi accorgo di essere inchiodato a quelle due bacchette che vanno su e giù talmente in fretta da essere una striscia unica di bianco, le braccia che non si capisce quale delle due stia battendo. Riescono a mantenere quel ritmo forsennato per diverso tempo, ci tengono ben incollati, poi all’improvviso stop, silenzio, mani sulle corde e sui piatti per terminare ogni suono. Ecco, in quel momento mi sono sentito cadere.

  • Quando il vento e la pioggia si coalizzano

    Non sono saline

    “Certo che ne ha fatta di acqua, qui da voi, eh? Da noi invece abbiamo del casino con la neve”
    “Eh, a ognuno il suo”
    “Ma dai? Non avevo mai fatto caso che ci fossero delle saline anche qui!”
    “Guarda che non sono saline, sono i campi”
    “Ah”

    Il collega bolognese c’è rimasto male.

  • Quer pasticciaccio bello

    Quer pasticciaccio bello nasce come costola [sinistra] del My own private Milano. Dieci fotografi romani, dieci foto della periferia di Roma, dieci scribi di fuori Roma. Per parlare, raccontare o anche solo immaginare la parte più grande e, forse, più complessa di questa città.

    Perché se vi hanno detto che Roma è solo il Colosseo e i sampietrini, beh, vi hanno mentito.

    Frattaglia & co, cose belle dall’Internet. Lo scarichi qui.

  • Ci mancava anche il mobile photolog

    Per ora è un esperimento, però visto che la cosa delle foto in mobilità mi prende abbastanza ho deciso di relegarla in uno spazio tutto suo [onestamente, la volpe e l’uva, volevo integrarlo qui ma non ho abbastanza esperienza con i Custom Post Type, indi ciccia]. Ho scelto Posterous perché è integrato bene con Picplz, l’applicazione Android che uso per gli upload, perché è semplice da gestire e molto configurabile. Il photolog si chiama inMobile e si trova qui. Ah, giusto perché correlato, questo è il mio profilo su Picplz [in attesa che rilascino Instagram per Android], e queste le mie foto su Yfrog.

  • Una cosa che mi piace del Natale

    A Cesenatico, nel porto canale, mettono le lucette sulle barche del Museo della Marineria, e si riescono a fare delle belle foto, di sera.

    Giochi di luci/di acqua #1

    Giochi di luci/di acqua #2