Tag: foto

  • Pena e fagotto

    Questo racconto nasce perché Massimiliano Calamelli se ne va in giro a scattare foto, poi le mette su internet e a me è capitato di vederle. Una volta che l’ho incontrato di persona, gli ho detto “sai che sono belle le tue foto?” Allora, lui me ne ha mandate tredici che, se ci si pensa, è anche un numero fortunato, dicono. Io le ho guardate, le ho riguardate, poi le ho guardate e riguardate e poi m’è venuta in mente questa storia qui. Non tutta insieme, un po’ per volta, ma velocemente perché mi pareva che mi scappassero via le foto e, in effetti, una è scappata. Le altre dodici, invece sono rimaste buone buone tra una pagina e l’altra. Poi abbiamo sfogliate queste pagine e abbiamo pensato che ci piaceva come stavano insieme tutte queste parole con le fotografie. E così si spera che piacciano anche a voi, secondo noi, dovrebbero.

    La storia, aggratis, la trovi qui, allo Starbooks Coffee. Buona lettura/visione!

  • Carpe diem

    Capodanno cinese in Piazza del Popolo
    [Un ragazzo si scalda prima dello show, Capodanno cinese, Piazza del Popolo, RM]

    Mi sa che, nonostante l’angolatura non favorevole, l’attimo l’ho colto, eh.

  • La mostra fotografica di Steve McCurry, MACRO Testaccio, Roma

    Steve McCurry - MACRO Testaccio - Roma

    Steve McCurry è il signore che ha scattato questa famosissima foto. La foto in questione, assieme a molte altre, è esposta fino al 29 aprile 2012 al centro di produzione culturale La Pelanda, MACRO Testaccio, Roma. Gli scatti esposti, come prevedibile, meritano la visita, ma vorrei spendere due parole per l’allestimento. Curato da Fabio Novembre, l’ho trovato estremamente azzeccato per la mostra; il percorso è formato da una serie di strutture sferiche che racchiudono le foto, raggruppate per tema e disposte lungo le pareti interne, dando una idea di immersione all’interno degli scatti. E i punti luce, efficaci e mai invasivi, enfatizzano il tutto. Visita assolutamente consigliata, qui il sito per ulteriori dettagli.

  • Poi uno dice che s’emoziona

    Mettici: un teatro, di quelli veri, con palco e tutto il resto, l’autore tra il pubblico, e la 7enne che t’ascolta. Ciao cuore ciao.

    Bellezze
    [Schegge a Sogliano]

  • Cronache dal porto canale

    Incazzato

    Dunque stamattina sono andato sul canale, a Cesenatico, come quasi tutte le mattine. Stamattina il mare era bello incazzoso (vedi foto), ma bello proprio, e allora sono andato avanti più che potevo, però forse troppo, ché l’onda, proprio quella che si vede nella sinistra della foto, è venuta su e mi ha bagnato le scarpe e il fondo dei calzoni. Però, davvero, bello, più di quando è calmo e liscio. Poi son tornato verso la macchina, e mi sono accorto che c’era questa altra auto, parcheggiata piuttosto vicino al bordo, dove ci dovrebbero stare solo pedoni e bici, con un tipo dentro. E proprio sul bordo del canale, su due supporti, due canne da pesca. Allora ho guardato il tizio in auto, ho scosso la testa, e son stato proprio a tanto così dall’andargli a dire “Non vale, non si fa così, te giochi sporco”.

  • Garbatella

    Casa popolare #2

    Casa popolare #5

    Mi stava per scappare un pippone sulle grandi città e sul viverle quartiere per quartiere, poi mi son detto “Anche no, eh”. La Garbatella è un quartiere bellissimo, facci un giro. Se non ti bastano le due qui sopra, qua ci sono le altre foto.

  • Dammi un titolo

    C’è questa cosa carina che fa Samuele ogni tanto, e cioè pubblica una foto su Friendfeed e chiede l’aiuto da casa per darle un titolo: i contatti rispondono e lui sceglie il migliore. Io ho partecipato qualche volta, e i titoli che ho proposto sono piaciuti in un paio di occasioni. Questa cosa, il dare un titolo ad una foto, mi piace molto, e trovo che sia importante, per la foto, le da un senso compiuto, le da una sorta di spiegazione che va oltre a quello che la foto mostra. E niente, ieri sera, intanto che partecipavo al contest, mi son chiesto quale fosse il titolo più bello che ho dato ad una foto, e senza dubbio è questo:

    “Chiedimi se sono felice”
    "Chiedimi se sono felice"

  • Roma

    Pantheon (amo questo posto)
    [Se non lo riconosci, è il Pantheon. Se non ci sei mai stato, vacci. E’ bellissimo, ci perdo le ore, lì dentro. Quì c’è tutto il photoset.]

    Passata (quasi) la saudade, un breve sunto dei cinque giorni cinque trascorsi nella capitale.

    E’ stato un viaggio voluto fortissimamenmte, per molti motivi. La necessità di staccare la spina, la voglia di vedere del bello e incontrare amici vecchi e nuovi. Non ultimo, il mio primo vero soggiorno fuori casa da solo per un numero sensibile di giorni.
    Cosa ho visto.
    Anzitutto, due luoghi più e più volte consigliati, considerata la mia passione per i cimiteri, e cioè il Cimitero Monumentale del Verano e il Cimitero Acattolico (nei link i photoset su Flickr). I luoghi più turistici di Roma li ho lasciati volontariamente da parte, se si esclude il Pantheon, perché 0) li avevo già visti durante un soggiorno precedente 1) ho voluto girare Roma con la testa all’insù, come dice bene Niki, cercando dettagli curiosi; e credo di esserci riuscito bene. Ho visitato – anzi, ho cercato di visitare, considerato che non tutte erano aperte – alcune chiese, consigliatemi dai preziosissimi contatti locali; poi ho visto il MAXXI, interessante sia all’esterno che all’interno. Ma girare a cazzo™ per i vari quartieri, Testaccio, Trastevere, San Lorenzo, è stato veramente impagabile: una full immersion nella vita locale di tutti i giorni, un turbinio di frasi colorite e creative. Veramente bello.
    I pensieri.
    Le riflessioni ci sono state, avoja, e ora di materiale sui cui lavorare ce ne è parecchio. Soprattutto sul fatto di trovarsi da solo. Le riflessioni che ho fatto più spesso sono queste due: 0) il bello dei viaggi da solo è che sei da solo 1) il brutto dei viaggi da solo è che sei da solo. Da soli, si ha una estrema flessibilità organizzativa, cosa che non accade nemmeno in un viaggio con persone con le quali si condividono interessi e modalità di viaggio. Da soli, se si va in un bagno pubblico e la porta non si chiude, bisogna arrangiarsi. Da soli, alla sera, quando si rientra alla base, si è di nuovo soli. E poi il ritorno. Nei viaggi passati, il ritorno è sempre stato parte integrante del viaggio, un po’ come la schiuma per la Guinness: una piccola parte di nostalgia, sormontata però da una parte più grande di felicità per il ritorno a casa (cerchi che si chiudono, cose così). Stavolta, con mio grossissimo stupore, no. Non avevo nessuna voglia di rientrare a casa, ma nessuna proprio, e l’ho fatto con il magone. Boh, filed under misteri della psiche.
    I ringraziamenti.
    I nomi li faccio tutti, diobono, ché queste persone mi hanno fatto stare davvero bene. Nicola, Federica, Eleonora, Silvia, Ermanno, Giorgia, Enza, Carlo, Claudio, Alessio, le due Laura, Luca, Antonella, Massimiliano, Emiliano e Giulia, spero di non aver dimenticato nessuno, nel caso quando ritorno menatemi. Un grosso grosso Grazie di cuore.