Tag: garbino

  • Promemoria

    Se sei uno del posto, allora ti sarà di sicuro capitato di incrociare Garbino a passeggio con una pianta in mano, nelle giornate calde e poco ventose. Se ti capita di vederlo, con la pianta in mano, in direzione della vecchia torre, seguilo per un po’. Sta andando verso il solito bar, a leggere i giornali, a bere un caffè, una aranciata amara, e poi un’altra ancora – sempre in questo ordine. Se hai tenuto botta abbastanza, e gli sei vicino il giusto, ad un certo punto sentirai il bip-bip-bip di una sveglia, lo vedrai controllare il suo vecchio Casio a cristalli liquidi, e si alzerà per chiedere un bicchiere d’acqua al barista. Poi comincerà a versarla, pian piano, come fossero piccoli sorsi, saggiando la terra volta per volta. Se gli sei molto vicino, ascolta con attenzione, “Hai visto, mamma, non mi dimentico, acqua una volta al giorno, la terra ben umida, aria e tanta luce, proprio come avevi detto tu”.

    Scritto con WordPress per Android

  • Garbino

    Garbino è il soprannome di questo tizio, un po’ matto, e lo chiamano così perché ha la tendenza a sbroccare. Garbino lo ha scoperto non molto tempo fa, di essere matto, perché tutti gli dicevano di sì, è lui “Mannò, non sono matto!” e poi ha letto da qualche parte che i matti non sanno di esserlo, e allora sì, ha capito che è matto. Parla spesso da solo, ha questo vecchio marsupio al quale è affezionato e non vuole buttare, nonostante stia assieme con lo scotch, e che secondo lui lo fa figo. Quando tira il garbino, la gente gli dice “Va la, Garbino, è meglio se stai al riparo, ché altrimenti diventi ancora più matto di quello che non sei già”, e giù a ridere. Lui allora se ne va, brontolando tra sé, scocciato, perché gli altri non capiscono che a lui piace, quel vento caldo, gli piace sentire i granelli di sabbia che gli pizzicano la pelle, gli piace quel vento perché è l’unica cosa che riesce a spazzargli via tutti i pensieri dalla testa.