Tag: life

  • Acqua, fredda

    È quella che più mi piace, per fare il bagno in mare. Quella che c’è a maggio, oppure quella di un luglio qualsiasi, dopo diversi giorni di brutto tempo. Mi piace entrarci, in acqua, fino alle cosce, e se è il primo bagno mi ci tuffo dentro di testa, godendo lo SBAM dovuto alla differenza di temperatura. Se invece il primo bagno l’ho già fatto, allora arrivo alle cosce e proseguo, pian piano, passo dopo passo, centimetro dopo centimetro, seguendo i brividi che risalgono verso il collo e mandano via il calore accumulato stando al sole. Oggi l’acqua è perfetta, e ora ho del calore da smaltire.

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  • Oggi rivaluto Tumblr

    Oggi Tumblr è perfetto. Non ho un cazzo da dire, un cazzo da commentare, e sono talmente acido che se la faccio, una delle due cose, vien fuori un patatrac. E allora cito quello che hanno detto e scritto e disegnato e fotografato gli altri, e bona lè.

  • Il Regalo di compleanno

    Ti lascio con il mio regalo di compleanno. Ieri ho pensato che avrei avuto voglia di scriverlo a te.

    “Ieri ho fatto un giro in bici. Su per San Mamolo e ia di Roncrio fino a quando la salita di Monte Donato non mi toglie il fiato. La città era deserta, il cielo era azzurrissimo, le nuvole bianchissime, il sole mi baciava e io contraccambiavo con gioia nonostante fosse fine luglio. San Mamolo era silenziosissima e poco prima della baracchina dei gelati un pianoforte suonava e spandeva nell’aria una specie di magia. Ci sono passata attraverso e non ho potuto non girarmi a guardare da quale finestra uscisse la musica, chi suona, chissaperchè. Non è che uno tiene il piano sul balcone… Poco oltre la città lascia spazio ad un paesaggio completamente differente. La strada si stringe, la vegetazione diventa foltissima e piena di rumori di uccellini, cicale, acqua che scorre… e uno scoiattolo marrone, bellissimo piccolo e perfetto, è fermo su di un muretto con una foglia in bocca. Una meraviglia ferma lì sulle zampe posteriori, con le zampette si sta masticando una foglia e mi fissa. Sì mi fissa. Io ipnotizzata mi fermo lentamente, mi avvicino. Nella mia testa continuo a ripetere… non te ne andare… non te ne andare… Ma dal suo punto di vista non deve essere stato un incontro altrettanto eccezionale perché dopo qualche secondo mi ha sventolato il suo codone davanti ed è scomparso fra le fronde.”

    Baci,
    Fede

    Il Regalo di compleanno, bello e inaspettato. Grazie, Fede, un bacio a te.

  • Mah

    Esterno giorno, un tavolino di un bar che da su una piazzetta alberata, un caffè doppio, un pacchetto di sigarette e un accendino rosso, sopra.
    “Ciao, aspetti qualcuno?”
    “No, perché?”
    “Vuoi compagnia?”
    “Sei gentile, ma no, grazie”
    “Sicuro sicuro?”
    “Si, davvero”
    “Ok. Uhm, sei etero?”
    “Si”
    “Ah, peccato. Ciao”
    “Ciao”

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  • Dove il rumore dell’acqua è più forte

    Il tavolino più esterno, quello sulla strada, tanto è pedonale. Si, va bene quello, anche se da quattro, lo occupo da solo. No, non aspetto nessuno. Una pinta di Weiss, grazie. No, niente limone, grazie. No, non mi da fastidio il rumore della chiusa, anzi, meglio così, copre tutto il resto.

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  • A prescindere dal posto, ti prende da dentro

    Ognuno ha la sua cosa, la mia è l’acqua. Anche se subito non la vedi, la percepisci, senti che c’è, lì, qualche parte. E quando la trovi, che sia il mare, un fiume, o un canale, quando la trovi non puoi far altro che appoggiarti qualche minuto al parapetto, e guardarla muoversi.

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  • E’ come svegliarsi in campeggio a settembre

    Stamattina piove. Mi sono svegliato con il rumore delle gocce nelle orecchie, l’odore di terra bagnata nel naso e quel fresco sulla pelle che verso le 6 ti fa cercare, ancora mezzo addormentato, il lenzuolo che si trova stropicciato ai piedi del letto. Ho subito associato queste sensazioni ad un bel viaggio settembrino in tenda di n-mila anni fa. Anche la successiva doccia, il godimento di quel primo getto bollente che scalda la pelle infreddolita, e la corsa all’accappatoio alla fine, per disperdere il meno possibile il calore residuo. Ora mi piacerebbe proseguire come quella volta, con una colazione sul tavolo in giardino e poi una visita alle bellezze croate; ma chiaramente non è possibile, allora cerco qualcosa di simile a quell’accappatoio, che non lasci disperdere queste belle sensazioni.

  • Un piatto, crepato

    “Prima o poi, vedrai, si spacca”
    “Lo so”
    “E perché non lo butti?”
    “Perché ci sono affezionato”
    “Ma è un piatto!”
    “La sai la sua storia?”
    “No, sentiamo, dai”
    “Si è crepato la prima sera che sono venuto qui. Ho messo la tovaglietta sul tavolo, poi le posate e il bicchiere, e poi il piatto. L’ho appoggiato normalmente, come tutti i piatti della mia vita, e lui, crac, crepato.”
    “E quindi?”
    “Aspetta. Dicevo, l’ho appoggiato, ho sentito il rumore, poi l’ho guardato e ho visto che non era rotto, ma solo crepato. Allora gli ho detto “Fratello, siamo in due” ”
    “Ok. Ma ora perché non buttarlo?”
    “Onestamente, credo debba tenerlo ancora per un po’”

  • Di amicizie, di uomini, di donne, tutte e tre le cose assieme

    Con uno ho tentato un bacio e al suo no, ci siamo rimessi a parlare. E non abbiamo più smesso.
    Con un altro l’accensione è stata un desiderio fortissimo e poi si è lasciato perdere, perché era meglio continuare a ridere assieme piuttosto che avvelenarci di dispiacere.
    Con un altro, ancora, siamo stati vicini al matrimonio e siamo ancora qua a baruffare e sopportarci, perché siamo parte della stessa famiglia.
    Con un altro è nato tutto dalla sensazione di odore di mare e io con lui parlo poco, lascio che sia lui a dirmi. E io ogni volta imparo qualcosa.
    Con un altro ci si vuole così bene che quando ha avuto bisogno di calmarsi, l’ho mandato a casa mia a cucinare. Mai mangiato meglio in vita mia, in quel periodo. E mangiamo assieme benissimo anche oggi.
    Di tutti, ho visto l’ombra e non ho preso paura. E non ho prodotto timore.
    Essere amici, e questo vale anche con le donne, mi viene da pensare adesso che scrivo, significa anzitutto vedere l’ombra dell’altro e non distorcerla in qualcosa che ci terrorizza.

    Questo è un piccolo estratto di quello che ha scritto Fatacarabina qui, magari leggi tutto prima di proseguire, oppure leggilo dopo, insomma leggilo. Lei ha messo per iscritto un pensiero che salta in testa da diversi giorni. Il dispiacere, e anche un po’ il fastidio, di rendermi conto che c’è chi pensa che l’amicizia tra un uomo e una donna debba per forza finire in branda, o abbia quello come scopo ultimo. Non è così.