Tag: life

  • Brotherhood

    Niente, cercavo info sul Tribunale del Malato per delle imperizie durante il ricovero di mia figlia in ospedale, e sono finito sul sito veneziano dell’associazione. Non mi ha dato nessuna informazione utile, ma ci ho trovato questa frase bellissima, secondo me, che vale un post.

    Il tuo Cristo è ebreo,
    la tua democrazia greca,
    il tuo caffè brasiliano,
    la tua vacanza turca,
    i tuoi numeri arabi,
    il tuo alfabeto latino.
    Solo il tuo vicino è straniero.

    [1994, manifesto sui muri di Berlino]

    Alla prox

  • Dell’irritarsi per un nonnulla

    [In un thread sugli uomini e le donne, relativamente al lasciarsi]

    Io credo che siamo 2 universi diversi ma paralleli. E’ raro trovare un uomo che capisca a pieno una donna ed è raro trovare una donna che capisca a pieno un uomo.

    Ma due universi ‘sto cazzo. Non ci sono uomini e donne, bianchi o neri, gay o etero. Ci sono sempre e solo delle persone.

    Alla prox

  • Back to the roots

    Il Nettuno svetta

    Ogni tanto mi fa bene un ritorno alle origini.
    Rivedere con gli occhi di oggi i luoghi del passato, incontrare gli amici per una serata in un paio di pub, una partitella a biliardo. Un lungo photowalk in solitaria nel centro di Bologna, città, come tutte, con i suoi pro e i suoi contro, a caccia di angoli e dettagli da fissare sulla SD della fotocamera, in una serata uggiosa e ventosa. Bello.

    Alla prox

  • Della morte, dell’amore

    Niente, due cose al volo.

    Uno, è che mentre l’anno scorso è stata un inferno, quest’anno la festa ha invece un senso.
    Due, 6 anni fa moriva, in maniera più o meno chiara, Marco Pantani. Un pensierino sul caso, ogni tanto, ce lo faccio.

    Alla prox

  • Perchè fotografo

    Senza punto interrogativo, il perchè lo conosco bene.
    Questo post prende fortemente spunto dalla sezione con il medesimo nome che si trova nel blog di Lyonora (e trovo la sua spiegazione assolutamente deliziosa).

    Premetto di non avere un background fotografico, nel senso che non ho mai fatto corsi di fotografia, e quello che riesco a tirare fuori dal CCD è frutto sia delle ottime ottiche Nikkor che degli esperimenti fatti con le varie impostazioni della macchina. E questo nel bene e nel male.

    Ho iniziato a fotografare per necessità in un periodaccio della mia vita, dopo essermi reso conto mio malgrado che le cose, se non “fissate” adeguatamente si perdono per sempre, ed è un vero peccato. E da qui l’acquisto della Nikon D40, che conoscevo già, avendocela a casa.

    E niente, as usual da cosa nasce cosa, la necessità si è tramutata in passione, e foto dopo foto ho visto aumenti qualitativi, e ora come ora sono molto soddisfatto dei miei scatti.

    Ora posso persino giustificare qualche acquisto dedicato, come un nuovo obiettivo o il monopiede (ignoro il termine tecnico, ma il commesso di MW mi ha capito benissimo), e niente, la trovo bella, questa cosa.

    Alla prox

    PS: questo post mi piace talmente tanto che l’ho trasformato in pagina.

  • La memoria

    Oggi ricorre il Giorno della Memoria, in ricordo delle vittime dell’Olocausto.

    Mi stavo preparando per scrivere questo post raccogliendo un pò di materiale.
    Sono partito dalla pagina di Wikipedia sulla pulizia etnica; e li mi sono fermato.
    Lo so, avrei dovuto continuare e proseguire verso la Shoah e l’Olocausto vero e proprio, ma il vedere le date relative alle ultime pulizie etniche mi ha messo i brividi.
    E’ il Giorno della Memoria, per non dimenticare, e per rendersi conto che purtroppo c’è chi lo fa.

    Monumento, Berlino

    Foto by luiginter

    Alla prox

  • Sulla proprietà intellettuale

    Nel dettaglio, quella in rete, quella relativa ai contenuti generati dagli utenti, aka UGC (User Generated Content).
    E di come, più o meno volontariamente, venga calpestata, in malafede o per ignoranza.

    Il contenuto può essere il più svariato, foto, musica, video, codice sorgente, testo.
    Ma alla base di tutto c’è la persona che l’ha creato, con la sua passione e il suo ingegno.
    Certo, abbiamo molti tipi di licenze che tutelano la nostra creazione, dalla famosa GPL per il codice sorgente ai vari flavours Creative Commons, ma, a volte, nemmeno questo è sufficiente per proteggerci.
    E allora, occhi aperti, sempre.

    E poi, non c’è solo la questione delle licenze, c’è anche una netiquette, magari non scritta, ma che c’è, ed sarebbe da seguire, imho.
    Tipo il comunicare all’autore di un certo contenuto che la sua opera verrà utilizzata nel tal modo e per il tal motivo.
    Un gesto di cortesia.

    E infine, ultimo ma anche no, l’arroganza di chi pensa di poter fare il bello e il cattivo tempo con le cose che trova su Internet, con la scusa che, appunto, sono su Internet. Magari, attribuendosene pure il merito.

    Da dova mi arriva tutta questa acredine? Dal tristo episodio che ha avuto come partecipanti, da un lato il caro amico Stark, e dall’altro l’ultimo show dell’onorevole attore Barbareschi, tale “Barbareschi Sciock”, e in mezzo, le battute presenti sul blog di Spinoza.it .

    Se non conoscete i dettagli di questa vicenda, qui c’è l’articolo del Corriere.it .

    Ora, Stark non ha certo bisogno del mio supporto per poter gestire l’episodio, ma un pò di tam-tam mediatico non può che giovare alla cosa.

    Alla prox

    [tags]spinoza, barbareschi[/tags]

  • Si.Può.Fare!

    Si.Può.Fare!

    [Nikon D40, 0.02sec (1/50), f/5.6, 55mm]

    E’ l’espressione che le leggo negli occhi, e mi accorgo di quanto cresca in fretta.
    E non è una questione anagrafica, è come si comporta, come parla, le cose che un paio di mesi non faceva e ora fa, tipo quella di arrampicarsi in alto nei giochi al parco.
    Basta una bambina di un paio di anni più grande che faccia da esempio, una serie di movimenti da imitare. La vedo che si sforza, che si fa forza sulle braccia e sulle gambe, vedo che a volte ha paura di cadere, ma va avanti, fino in fondo. E alla fine, mi guarda, “Babbo, ma allora è facile!”. E via, una, due, cinque volte, quel giro che un paio di mesi fa aveva paura a fare, e guardava dal basso.

    Alla prox

  • New year’s eve (2 di X)

    In treno, ancora, circa a un’ora dalla destinazione finale, tutto bene, ritardo risibile, poca gente, zero casino.
    I Pearl Jam in play dall’inizio, facendo zapping tra i vari album. Il tentativo di riposarmi non è andato a buon fine, ma non mi preoccupo e mi godo il viaggio.
    Wired è durato qualche pagina, molto interessante, i notebook è già in standby, io guardo fuori dal finestrino e penso.
    Non sono abituato ad essere portato in giro, di solito sono io quello che guida, e i miei amici sanno quanto rompo le balle per questa cosa. Però devo ammettere che così non è male, non mi devo concentrare sulla strada e posso lasciar correre i pensieri.
    Il Viaggio (la v uppercase non è casuale) mi ha sempre affascinato, l’ho sempre considerato parte integrante delle ferie, per dire, come quello che nel 2000 mi ha portato a Capo Nord. È una veloce incursione attraverso posti sconosciuti, durante la quale l’unica cosa che puoi fare è carpire i brevi dettagli che ti passano davanti agli occhi, scartando la fuffa e tenendo il bello per approfondimenti successivi, oppure no.
    Il viaggio è fatto di bar e autogrill, bagni e caffè, luoghi e persone, pensieri.
    E come ogni viaggio che si rispetti, anche il mio sta volgendo al termine, ed è ora che sistemi le mie cose, tra poco ci siamo.

    Ciao e alla prox