Sulla proprietà intellettuale


Nel dettaglio, quella in rete, quella relativa ai contenuti generati dagli utenti, aka UGC (User Generated Content).
E di come, più o meno volontariamente, venga calpestata, in malafede o per ignoranza.

Il contenuto può essere il più svariato, foto, musica, video, codice sorgente, testo.
Ma alla base di tutto c’è la persona che l’ha creato, con la sua passione e il suo ingegno.
Certo, abbiamo molti tipi di licenze che tutelano la nostra creazione, dalla famosa GPL per il codice sorgente ai vari flavours Creative Commons, ma, a volte, nemmeno questo è sufficiente per proteggerci.
E allora, occhi aperti, sempre.

E poi, non c’è solo la questione delle licenze, c’è anche una netiquette, magari non scritta, ma che c’è, ed sarebbe da seguire, imho.
Tipo il comunicare all’autore di un certo contenuto che la sua opera verrà utilizzata nel tal modo e per il tal motivo.
Un gesto di cortesia.

E infine, ultimo ma anche no, l’arroganza di chi pensa di poter fare il bello e il cattivo tempo con le cose che trova su Internet, con la scusa che, appunto, sono su Internet. Magari, attribuendosene pure il merito.

Da dova mi arriva tutta questa acredine? Dal tristo episodio che ha avuto come partecipanti, da un lato il caro amico Stark, e dall’altro l’ultimo show dell’onorevole attore Barbareschi, tale “Barbareschi Sciock”, e in mezzo, le battute presenti sul blog di Spinoza.it .

Se non conoscete i dettagli di questa vicenda, qui c’è l’articolo del Corriere.it .

Ora, Stark non ha certo bisogno del mio supporto per poter gestire l’episodio, ma un pò di tam-tam mediatico non può che giovare alla cosa.

Alla prox

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