Categoria: life

  • Ti piace scrivere? Partecipa!

    Approfitto di questo primo pomeriggio di ferie per un paio di segnalazioni legate alla scrittura.

    Antonio ha lanciato l’idea di raccogliere in un ebook dei racconti legati ai treni, un tema molto affascinante, e gradirebbe molto un racconto scritto da un bolognese che parlasse della strage alla stazione attingendo dai propri ricordi. Ovviamente tutti i racconti sui treni sono ben accetti.

    Marco, invece, sta raccogliendo dei racconti legati al tema della sfortuna, che confluiranno nell’ebook “Cronaca di una sorte annunciata”, ebook legato al Festival di Filosofia di Modena, Carpi e Sassuolo. E’ possibile inviare “un racconto, una poesia, un ragionamento, fare un disegno, un fumetto o scattare una foto sul tema della sfortuna”

    In entrambi i siti sono indicati le deadline e i recapiti ai quali inviare i frutti della vostra creatività.

    Ti piace scrivere? PARTECIPA!

  • Media aritmetica

    25 anni come età cerebrale, 45 anni come età fisica.
    Lascio a voi l’incombenza della media aritmetica.
    Happy birthday to me :)

  • Il dolore

    Allora, da qualche giorno ho questo dolore, cominciato sordo e diventato via via più forte, in basso, tra fine della pancia e il pube, e che si infila un po’ anche verso l’attaccatura della gamba sinistra. In collaborazione con l’ospedale di Cesenatico sto cercando di capirne la causa, ma nel frattempo lui è lì, e si fa sentire, più o meno con vigore. E niente, tra una smorfia e l’altra riflettevo sul dolore, sulla mia percezione del dolore, quello fisico direi, ma forse anche quello psicologico, boh. Penso di non essere troppo lamentevole, quando non sto bene, ma d’altra parte, allontanando un attimo le mani dalla tastiera, di solito non mi ammalo, e quindi non so se ho dei dati statistici abbastanza solidi; cerco di darlo poco a vedere, di contenere le espressioni, a meno che l’esternazione del male non sia utile al ridimensionamento dello stesso – aka urletto di sfogo. La riflessione mi ha portato a questa domanda: ma se ci fosse una dose di dolore giornaliera o settimanale, alla fine riuscirei a gestirlo con più serenità? Un po’ come succede agli apicoltori, che alla lunga diventano immuni al veleno delle api? Sarebbe meglio un po’ di dolore a dosaggio programmato oppure una botta grossa quando è il momento? Ora stacco, che a stare seduto sul divano mi fa male.

  • Sostieni “Vetro” in Produzioni dal basso

    A volte succede che tra le quintalate di fuffa che arrivano su Facebook si trovi persino qualcosa di interessante.
    Tipo Produzioni dal Basso, la cui pagina Come funziona recita così:

    Produzioni dal basso è una piattaforma internet indipendente, orizzontale e gratuita.
    Lo scopo di questa piattaforma è quello di offrire uno spazio a tutti coloro che vogliono proporre il proprio progetto attraverso il sistema delle produzioni dal basso.

    Per sistema delle produzioni dal basso si intende il metodo di raccolta fondi e finanziamenti attraverso una sottoscrizione popolare per la realizzazione di un progetto. In questo modo chi propone un progetto può quindi farsi una idea dell’interesse potenziale che può attirare la sua proposta e può coprire le spese per la produzione.

    Produzioni dal basso non percepisce percentuali per i progetti proposti, non acquisisce diritti sulle opere proposte, non stampa e non distribuisce nulla. Lo scopo di questo sito è proporre un metodo nuovo, discutere e ridiscutere l’autoproduzione.

    Per utlizzare questa piattaforma è sufficiente iscriversi, è semplice e non è vincolante. Per iscriversi basta inserire una mail valida e una password. Una volta iscritti è possibile proporre progetti e/o sottoscrivere e finanziare i progetti pubblicati.

    Come da titolo, il progetto che sto seguendo è Vetro, un cortometraggio di Valentina Arena: ad oggi sono state prenotate 43 quote su 600 [ogni quota ha un valore di 10€], e la scadenza è il 30/09/2010. Perchè non darci una occhiata? Magari piace anche a te, e puoi contribuire in maniera tangibile alla realizzaizone del progetto.

  • Cittadino del mondo

    Stanotte ho fatto questo sogno, dove facevo una settimana di ferie in solitaria ad Oslo. Posto quasi nuovo – quasi perché ci ero stato nel 2000 -, scarsa conoscenza della lingua inglese, in solitaria: non mi sono fatto spaventare, nel sogno me la passavo piuttosto bene, e la cosa mi ha fatto piacere, sia nel sogno sia riflettendoci dopo. Nella vita reale conosco diverse persone che possono essere definite cittadini del mondo, persone che le prendi di peso, le sposti nel luogo X, e loro si ambientano in cinque secondi netti e si comportano come se fossero state lì da sempre. Potenzialmente potrei farcela anche io, a patto che ci sia il bidet.

  • Ci abbiamo la badante

    Siamo ridotti così male che devono tenerci d’occhio da fuori, per evitare che la si faccia [troppo] fuori dal vaso.

    GINEVRA – Il governo italiano deve “abolire o modificare” il progetto di legge sulle intercettazioni perché “se adottato nella sua forma attuale può minare il godimento del diritto alla libertà di espressione in Italia”. Lo ha detto il relatore speciale dell’Onu sulla libertà di espressione, Frank La Rue, in un comunicato.

    [Fonte: Repubblica]

  • Venezia #2

    Voglio condividere le emozioni che Niki, compagna di treno sia all’andata che al ritorno, ha provato nel ritornare a Venezia, emozioni che ho provato anche io ritornando in questa bellissima città.

    Lo dicevo alla mia amica Daniela: a Venezia puoi venirci una volta al mese nell’arco di un anno e scoprire ogni volta una città diversa. E lo stesso fenomeno si ripete nel corso di una giornata: è come rimanere seduti di fronte a uno schermo cinematografico con un film sempre diverso a seconda dell’ora. Le cinque di mattina, un quadro impressionista; le sette puro oro bizantino; mezzogiorno, verde acqua e canicola; gli aranci e gli azzurri pomeridiani; le sfumature del tramonto sul bacino di San Marco; le luci che si rispecchiano sulla laguna appena cala la notte lungo la Riva degli Schiavoni e quelle che si riflettono nei rii e sotto i ponti di cui nessuno ricorda il nome.

    E ancora

    Uno dei piaceri offerti dalla città, dopo aver allenato l’occhio con qualche visita, è notare le differenze tra i vari sestieri. Sono differenze notevoli, un po’ come scoprire mondi diversi. Cannaregio è totalmente diversa da Castello e Santa Croce lo è da San Marco. Lo si nota specialmente guardando verso l’alto, l’architettura è diversa, diversa la forma delle calli. Lo faccio spesso di fermarmi e guardare all’insù, si notano particolari nuovi ogni volta (insieme a tanti occhi che ti seguono da dietro i gerani e al di là degli scuri). A Cannaregio c’è anche il Ghetto, che è un altro mondo a sé, con i suoi palazzi alti e le Sinagoghe nascoste. Uno dei luoghi che preferisco in assoluto a Venezia.

    La cosa di stare con il naso all’insù glielo ho visto fare, ed è vero, quelli che sembrano stretti pertugi uno uguale all’altro nascondono in realtà delle differenze, e il coglierle è veramente bello.

    Qui trovate il resoconto di Niki sul weekend.

    [tags]venezia[/tags]

  • Venezia

    Caldo treno camminare amici amore foto patella vaporetto spritz. Fantastico.

  • Bianco

    Si comincia con uno spazio bianco. Non dev’essere necessariamente carta o tela, ma secondo me dev’essere bianco. Noi diciamo bianco perché abbiamo bisogno di una parola, ma la definizone giusta è «niente». Il nero è l’assenza della luce, ma il bianco è l’assenza della memoria, il colore del non ricordo.
    Come ricordiamo di ricordare? È una domanda che mi sono posto spesso dopo Duma Key, spesso nelle ore piccole della notte, perdendo lo sguardo nell’assenza della luce, ricordando amici assenti. Certe volte in quelle ore piccole penso all’orizzonte. Bisogna stabilire l’orizzonte. Bisogna segnare il bianco. Un atto abbastanza semplice, direte, ma ogni atto che rifà il mondo è eroico. O così sono giunto a concludere.

    [Ho cominciato due post ieri sera, uno personale e uno tecnico; mi sembrava di avere delle cose interessanti da dire, e ci tenevo a dirle. Poi, ad un certo punto, mi sono fermato e ho riletto le frasi, e mi sono detto “Embè? E allora?”. E niente, ho cancellato entrambe le volte il testo, rimanendo con la textarea di inserimento completamente bianca. Vuota. Mi è venuto in mente l’incipit di Stephen King in Duma Key, e ci ho riempito il bianco di cui sopra. E questa cosa potrebbe spiegare un po’ il perché delle quadre, penso.]